La natura della predizione

John Frawley

"Where is my fish?" English

(traduzione di Patrizia Nava)


La predizione non è un atto magico, che rende reali le cose più improbabili. La sua natura, al contrario, è saldamente radicata nella realtà, e ne deriva in modo diretto, come una pianta dal proprio seme. Predire significa semplicemente leggere nei semi del tempo per scoprire quale pianta si potrà da essi sviluppare. [P.Nava]

Macbeth

 

"Sei Signore di Glamis. Presto sarai Signore di Cawdor. Poi diventerai Re di Scozia."
Quando, non lo sappiamo, ma a parte questo la predizione è tanto specifica quanto si potrebbe desiderare. Le Magiche Sorelle non avevano bisogno, evidentemente, di progressioni e nemmeno di una carta oraria. Ma il loro lavoro, come il nostro, era di prevedere il futuro, e le loro previsioni meritano considerazione.
Una volta udita questa predizione, Macbeth agì in un certo modo. Ciascuno di noi avrebbe agito a modo proprio: probabilmente ridendone o ignorandola, non facendo nulla per favorirla, ma archiviandola mentalmente per vedere se si sarebbe realizzata oppure no. Se questa fosse stata la nostra reazione, la predizione non si sarebbe avverata. Ma la predizione non è stata fatta a chiunque, ma all'uomo che l'avrebbe realizzata.
Macbeth considera brevemente la possibilità di non fare nulla, ma si convince che il Fato non lo incoronerà re senza il suo aiuto. Questa predizione è stata fatta a Macbeth proprio perché egli è la persona che agirà con sufficiente forza e iniziativa da avverarla. Fosse stata fatta a qualcun'altro, Banquo, per esempio, che sembra una brava persona incapace di uccidere il re, sarebbe stata probabilmente sbagliata. Ovvero, la persona o la predizione fossero state diverse, il risultato sarebbe stato diverso.
L'accurato riscontro di questa predizione dipende dall'essere rivolta ad una certa persona in un determinato momento: cioè, dipende dalla realtà della situazione. Reale, e precisamente tale, non altra.
"Sarai al sicuro finché il bosco di Birnam non verrà a Dunsinane; e nessun nato da donna potrà nuocerti."
Anche questa è una previsione specifica, e anche questa è basata sulla realtà della situazione. Colui che "non è nato da donna" non è qualche essere mostruoso che vaga per i monti della Scozia in cerca di preda: è un uomo che Macbeth ha gravemente offeso e che fu estratto dal ventre della madre in modo cruento e prematuro.
Similmente, il bosco di Birnam non andrà a Dunsinane come risultato di un imprevedibile evento innaturale, ma come tattica militare di un esercito superiore che attaccherà Macbeth come diretta conseguenza delle sue azioni.

 

La vita reale, così com'è.
L'idea che la predizione sia radicata nella realtà, e possa fiorire solo in base al seme che è stato piantato in quel particolare suolo, è cruciale per comprenderne la natura – che cosa è, e che cosa non è. Le carte orarie lo mostrano chiaramente: permettono un'analisi accurata della situazione, dalla quale l'astrologo può trarre conclusioni riguardo al futuro, in modo più simile a Sherlock Holmes che a Mystic Meg.
Gli astrologi orari si confrontano spesso con la domanda "E se?..."
"Che cosa accadrebbe se lasciassi mio marito?"
"Ma lei non ha intenzione di lasciare suo marito."
"Ma cosa accadrebbe se lo facessi?"
Non si può rispondere a questa domanda. Non possiamo occuparci di ciò che è ipotetico, perchè se un qualunque elemento fosse cambiato nella realtà data, tutto potrebbe essere. La nostra carta viene eretta per un momento reale: non possiamo calcolarla per un momento che non esiste.
"Se andassi alle Olimpiadi, vincerei?" Stando così le cose, no: non so correre forte. Ma se la realtà fosse cambiata, se potessi correre abbastanza velocemente da qualificarmi per le Olimpiadi, potrei vincere. Non possiamo alterare solo una piccola parte della realtà: o tutto, o nulla.

 

Lilly e il pesce.
Il grande astrologo del diciassettesimo secolo, William Lilly, aveva ordinato del pesce e una borsa di cipolle portoghesi, da spedire da Londra a casa sua, a Hersham, un po' più a monte sul fiume. Invece di consegnare le merci, il commerciante venne da Lilly a dirgli che il magazzino era stato svaligiato e il pesce rubato. Lilly calcolò una carta oraria per trovare il ladro.

 

fish stolen

 

In una domanda riguardante un furto, un pianeta peregrino in una casa angolare spesso mostra il ladro, mentre il Sole o la Luna all'ascendente e in dignità mostrano che il ladro verrà scoperto. Qui, Giove è peregrino sulla cuspide della settima, mentre la Luna, in esaltazione, è all'ascendente.
Giove è il significatore naturale dei ricchi e dei nobili, ma Lilly decise che un gentiluomo non si sarebbe abbassato a rubare del pesce; invece prese nota del segno in cui si trovava Giove: Scorpione, un segno d'acqua. La Parte di Fortuna, il "tesoro" del richiedente, è in Cancro, altro segno d'acqua, mentre Mercurio, che governa la seconda, la casa dei beni del richiedente, è nel terzo segno d'acqua, i Pesci. Considerando queste prove e le circostanze, decise che il ladro doveva lavorare sull'acqua e che il pesce si trovava in un luogo umido (PF in Cancro) o in una stanza bassa, dal momento che la Luna, dispositore della Parte di Fortuna, è in Toro, segno di terra.
La Luna in applicazione al Signore della seconda in una carta riguardante un furto mostra che i beni rubati saranno ritrovati. Fino a che punto potranno essere recuperati dipende dalle condizioni dei due pianeti. Qui, la Luna è in sestile applicativo a Mercurio, signore della seconda, mostrando che Lilly avrà notizie del pesce. La Luna in Toro è forte, ma Mercurio è in esilio e caduta nei Pesci, cosa che lo rende molto debole.
Mercurio è, tuttavia, nei propri termini e forma un trigono con la Parte di Fortuna: questo ne mitiga un po' la debolezza. Bilanciando le testimonianze, Lilly giudicò che non avrebbe ritrovato il suo pesce intatto, ma che l'avrebbe recuperato in parte. Se entrambi i pianeti fossero stati deboli, il pesce sarebbe stato scoperto, ma Lilly non sarebbe stato in grado di recuperarlo per sé. Quindi la carta mostra che scoprirà il ladro e recupererà parte dei suoi beni.
Oltre ad un pianeta peregrino in un angolo, il ladro viene mostrato anche dalla settima casa. Il suo governatore, ed anche il dispositore di Giove, è Marte, che sta per lasciare il proprio segno, lo Scorpione. Questo gli suggerì l'idea che il ladro avesse di recente cambiato casa. Dopo qualche ricerca, Lilly ebbe notizia di un pescatore con reputazione di ladro che si era appena trasferito in una casa lungo il fiume, come mostrato dall'enfasi sui segni d'acqua. Il suo aspetto era tipico di Marte combinato con Giove: alto e robusto con carnagione chiara e capelli biondo rossiccio.
Armato di questa combinazione di astrologia e lavoro investigativo, Lilly si rivolse al magistrato locale che gli concesse un mandato per perquisire la casa dell'uomo. Trovò parte del pesce, al ché il ladro confessò tutto, dicendo che il resto era già stato mangiato. Lilly si lamentò con la moglie del pescatore del destino delle sue cipolle (non sapendo di che cosa si trattasse, ne aveva fatto una zuppa), ma poi lasciò perdere e permise loro di tenersi i resti del bottino.
La scoperta del ladro e il recupero del pesce erano predetti nella carta, in modo chiaro e in accordo con le regole prestabilite; ma queste predizioni dipendevano da certe azioni per realizzarsi concretamente. E tali azioni, come è evidente, non erano inevitabili.
La carta guidò Lilly al ladro. Trovato il ladro, molte persone non lo avrebbero affrontato. Questa era una piccola comunità: Lilly avrebbe potuto essere spaventato dalle conseguenze delle sue accuse, o essere incerto del giudizio o temere l'imbarazzo nel caso si fosse sbagliato. Ma non fu così. Questo era lo stesso Lilly che era venuto da Leicester a Londra per trovare lavoro, che aveva operato una mastectomia sulla moglie del suo padrone, che aveva rischiato l'esecuzione perseguendo la sua arte ad alto livello durante la Guerra Civile: non era il tipo da rifiutare una sfida.
Per permettere alla predizione di avverarsi, Lilly doveva essere in posizione tale da ottenere un mandato per perquisire la casa del ladro. Pochi astrologi moderni troverebbero molta comprensione arrivando al comando di polizia locale sventolando un tema astrale e dichiarando di sapere chi abbia rubato i loro averi. Lilly aveva una solida reputazione di degno cittadino e valente astrologo. Era socialmente pari al magistrato e non avrebbe avuto difficoltà ad ottenere il mandato.
Il carattere e la posizione di Lilly sono parte integrante della carta. Fossero stati diversi – se, ad esempio, fosse stato un tipo esitante o noto per le predizioni sbagliate – la carta sarebbe stata diversa. E' ragionevole presumere che se le circostanze, incluso il suo carattere, fossero state diverse, Lilly non avrebbe fatto quella particolare domanda in quel momento particolare. Se, per esempio fosse stato timido, avrebbe potuto essere tutto intento a farsi maltrattare, in quel momento; se non fosse stato socialmente pari al magistrato, avrebbe potuto essere occupato a scavare fossi; se avesse avuto una pessima reputazione come astrologo, non si sarebbe potuto permettere, innanzitutto, di ordinare il pesce.
La predizione è parte integrante della vita reale quanto qualunque altra azione. Non è qualcosa che appare dal nulla, scollegato da ciò che è già successo o che sta per accadere in futuro. Segue ciò che è già successo per progressione naturale, e se la situazione attuale fosse diversa, anche la predizione sarebbe diversa.
C'è soltanto un possibile insieme di circostanze che potrebbe portare a una specifica predizione in un dato momento. Quell'insieme di circostanze è l'unico e il solo che si è effettivamente realizzato. Qualunque altra cosa esiste soltanto nel mondo delle ipotesi, e come tale non ci riguarda, perché, in un mondo ipotetico, qualunque cosa può succedere in qualunque momento. Con un Dio onnipotente questo può succedere comunque, ma di solito non accade.

 

Desiderio di magia.
Per i nostri scopi – fare predizioni reali in un mondo reale – l'ipotetico non esiste. L'idea che esista, o che dovrebbe esistere, tradisce il nostro vero interesse per la predizione. Noi non vogliamo sapere ciò che accadrà in futuro; vogliamo la possibilità di dare forma a ciò che accadrà per adattarlo ai nostri desideri. Non vogliamo sapere la verità: vogliamo una particolare risposta e vogliamo che essa dia forma alla realtà per noi, proprio come quando si staccano i petali da una margherita per ottenere la risposta "mi ama". Vogliamo che ciò lo renda vero.
Questo non è lo scopo della predizione, e nonostante le nostre speranze ne siamo ben consapevoli. I tempi in cui l'astrologo poteva, o almeno tentava, di piegare il fato a nostro favore sono da lungo tempo andati. La predizione non ci offre una partenza da zero da cui possiamo formare il futuro che vogliamo; non ci libera dal nostro passato come non ci rende qualche chilo di meno. Non ci dà accesso al mondo del "se..." dove tutti i desideri si avverano magicamente.
Questo probabilmente è un bene, poiché la consapevolezza della nostra vera volontà è così frammentaria che se la predizione fosse in grado di modificare davvero il fato per noi, saremmo come i personaggi delle fiabe, costretti ogni volta ad usare il loro terzo e ultimo desiderio per neutralizzare i disastri causati dai primi due. La fredda, chiara prospettiva offerta da una carta astrale è di solito ciò che si avvicina di più al vero aspetto della nostra volontà. Ciò di cui ci occupiamo di solito è piuttosto il nostro capriccio.
Che l'ipotetico non ci sia concesso è una vera benedizione: il fatto che ne siamo consapevoli è una maledizione. I confronti sono sempre odiosi, e i nostri "e se?..." ci rovinano la vita. "E se fossi con quella invece che con mia moglie?" "E se avessi una Ferrari?" "E se avessi ordinato la bistecca invece del pesce?" Che l'ipotetico non esiste è la lezione della predizione: una lezione molto più preziosa di qualunque specifica previsione possiamo fare. Non c'è confronto, perché non c'è realtà alternativa con la quale paragonare le cose. Non esiste il mondo del "se...".
In realtà, stiamo osservando i semi del tempo decidendo quale pianta germoglierà e quale no. E, proprio come i semi delle piante e dei fiori, i semi del tempo possono crescere soltanto per realizzare la loro natura. Se non fosse così, la predizione sarebbe impossibile. Il fatto che sia così, risolve l'apparente contraddizione tra predizione e libero arbitrio. Perché il nostro volere ha le radici in ciò che siamo, e può lavorare soltanto in accordo con la nostra natura.
La predizione non è magia, che evoca la cosa desiderata senza nessuna delle sue conseguenze. Macbeth lo dimentica: non ha diritto alla posizione che desidera, quindi può ottenerla soltanto uccidendo, soffrendo come risultato. La predizione è una forma di selezione, con la quale osservare l'infinita gamma di possibilità e scoprire quale di queste è reale davvero. Guardando, ad esempio, una carta oraria, l'aspetto che collega i due significatori e che ci permette di dire "sì, questo accadrà" è come un ponte gettato sopra un vasto abisso d'ombre, l'unico passaggio verso il futuro.
La predizione traccia il sottilissimo percorso della nostra volontà, serpeggiando come un filo tra la nascita e la morte e determina se un evento specifico ricade all'interno di quel percorso oppure no. Ciò che lo fa, è reale. Ciò che non lo fa, non lo è. E' l'equivalente mentale di allungare un braccio in una stanza buia per sentire a tentoni cosa c'è intorno. Né più, né meno.

 

John Frawley QHP, inglese, è specializzato in astrologia oraria e convinto fautore dei metodi tradizionali, che divulga tramite conferenze e corsi in tutto il mondo. E' autore di diversi libri: The Real Astrology, The Real Astrology Applied, The Horary Textbook e Sports Astrology, nonché editor della rivista The Astrologer's Apprentice, da cui è stato tratto questo articolo (Numero 1, Settembre 1996), tradotto da Patrizia Nava per www.astrologiaoraria.com © La presente traduzione è stata pubblicata su Linguaggio Astrale 150, anno 2008. Si prega di contattare la traduttrice per ogni eventuale utilizzo.

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