Carte effimere e stelle fisse
Le stelle fisse nelle carte orarie secondo il metodo di W. Lilly - I° parte
Relazione presentata al III Convegno di Apotélesma a Genova
16 ottobre 2010
Patrizia Nava
Il cielo di cristallo
Le stelle fisse popolano l’ultimo dei cieli di cristallo che ci circondano. Il più elevato tra quelli abitati da astri, il meno prossimo al mondo sublunare nel quale viviamo. Più vicine simbolicamente a ciò che è incorruttibile ed eterno, più lontane dai nostri quotidiani, contingenti, temporanei interessi.
Per questo l’influsso delle stelle fisse diventa tanto più significativo quanto più saliamo nella scala gerarchica dell’astrologia tradizionale. Nessun destino individuale è al di sopra del destino collettivo che lo contiene. Fondamentali in astrologia mondiale, utili in genetlialogia, in particolare nelle nascite illustri, le effimere carte orarie sembrano indegne della loro attenzione.
Anche se nulla al mondo è davvero eterno, neppure la posizione o la vita di una stella, l’immagine del cielo notturno, riconoscibile notte dopo notte, è quanto di più vicino all’idea di permanenza nella ciclicità la mente umana possa concepire. Il movimento della Luna, al contrario, così veloce e fuggevole, è affine alla transitorietà e all’immediatezza delle situazioni e degli eventi che una mappa oraria riflette: non a caso, la Luna è probabilmente la singola testimonianza di maggior rilievo in tali analisi, di gran lunga più influente di qualunque stella. Non perché queste non contino, ma perché il loro regno è ben altro e ben più alto.
Evrart de Conty, Les échecs amoureux, ca. 1496-98.
BnF, MS français 143, fol. 20.
Guido Bonatti ci spiega il perché nella 141° considerazione del quinto libro del suo trattato:
Le stelle fisse agiscono con tale nobiltà, in virtù della loro maggiore lontananza dalle cose corruttibili, e vili, e mutevoli, e per la loro vicinanza allo splendore superno, che i loro significati non possono manifestarsi appieno negli uomini, dal momento che questi cambiano e si corrompono facilmente e velocemente […] specialmente quelli di umile nascita e fragili e deboli d’animo. […]
Perché così come un’aquila non può estendere né esercitare la pienezza del suo volo o del suo potere nel volo di una mosca… così le stelle fisse non possono esercitare la pienezza del proprio influsso sugli uomini. […] E perciò fu detto “usa le stelle fisse nella fondazione di città” […] perché tra le cose corruttibili le città sono di lunga durata al paragone degli uomini.
Perché il moto circolare delle stelle non si completa in meno di 36.000 anni. Mentre il ciclo degli uomini dura appena tre ritorni di Saturno. [1]
Tradizionalmente la posizione delle stelle, per il loro influsso lento e durevole, è stata utilizzata per assicurare una degna fondazione a città e un propizio insediamento a sovrani e potenti della terra. John Dee usò Regulus nella carta elettiva per l’incoronazione di Elisabetta I, e l’astronomo Flamsteed per la fondazione dell’Osservatorio di Greenwich.
Ma, pur rinunciando a dare il meglio – o più spesso, il peggio – di sé, gli astri inerranti, non di rado, si ritrovano in posizione chiave anche in molte carte effimere, come le orarie.
Ma come calcolare le posizioni chiave?
Tolomeo, nel quarto capitolo dell’ottavo Libro dell’Almagesto elenca le configurazioni secondo le quali le stelle producono i loro effetti, distinguendone tre tipi diversi: congiunzione per corpo, che ha luogo quando un pianeta si unisce in longitudine a una stella posta sull’eclittica o in prossimità di essa, cioè con latitudine vicina a 0°, o comunque non dissimile da quella del pianeta coinvolto; passaggio agli angoli della sfera locale quando una stella sorge o culmina insieme a pianeti che a loro volta sorgono o culminano; congiunzione virtuale quando la stella, rispetto al pianeta, dista lo stesso numero di ore temporali dal meridiano di riferimento. Inoltre le stelle manifestano influsso anche in base alle loro fasi apparenti, cioè alla loro posizione rispetto al Sole. [2] Tutte queste configurazioni e queste fasi sono importanti soprattutto nell’astrologia cattolica e genetliaca.
La tendenza semplificatrice della tecnica oraria porta, anche in questo caso, ad una pratica meno raffinata e completa, ma, a giudicare dai risultati notevoli ottenuti dai maestri della tradizione oraria, comunque efficace. Scordiamoci quindi, temporaneamente, di levate eliache, aspetti in mundo e paranatellonta.
Vediamo, a questo proposito, cosa prescrive invece William Lilly (11 Maggio 1602 NS, 2.04 am LMT, Diseworth), massimo cultore delle tecniche orarie, che nel 1647 pubblicò Christian Astrology, trattato teorico-pratico in tre volumi che rimane il testo di riferimento imprescindibile per chiunque si occupi di interrogazioni.
L’approccio di Lilly è sufficientemente moderno da poter essere facilmente adattato alle nostre circostanze e al nostro pensiero, ma sufficientemente tradizionale da essere ancora in contatto diretto con i testi della cultura classica, da Tolomeo a Ibn-Ezra, da tutti gli arabi a Bonatti, ai quali fa riferimento costante.
Nei capitoli 144 e 145 del III Volume di Christian Astrology, dedicati alla 10a casa e agli onori, incarichi e dignità del nativo, Lilly scrive:
Le stelle fisse offrono grandi doni, e possono persino innalzare da uno stato di povertà ad uno di estrema fortuna; i sette pianeti non sono in grado di fare altrettanto.
Le stelle fisse agli angoli conferiscono ammirevoli onori; ma se i pianeti non sono in accordo e non le sostengono, di solito il tutto finisce in disgrazia. [3]
E ancora:
I significatori si trovino a una distanza che non superi i 5 gradi da un lato o dall’altro, congiunti con stelle di natura regale della 1° o della 2° magnitudine, specialmente quelle vicine all’Eclittica… [4]
Come Bonatti, Lilly fa uso della congiunzione per longitudine nello zodiaco come configurazione preferita o esclusiva persino nelle geniture, ma tiene conto della latitudine della stella che non deve essere troppo ampia, ma relativamente prossima all’eclittica. In pratica, si limita ad utilizzare le stelle più luminose delle costellazioni zodiacali con qualche eccezione per quelle più cospicue. Il suo catalogo di stelle davvero meritevoli d'interpretazione ne comprende quindi una quarantina, ed è molto simile a quello, composto da trenta astri tra stelle luminose ed ammassi, menzionato dall’Anonimo del 379 [5] e, attribuito poi a Tolomeo, divenuto elenco canonico nel corso del medioevo.
L’orbita utile per la congiunzione è piuttosto larga (massimo 5° di longitudine), soprattutto se confrontata con la pratica del Bonatti, il quale prescrive orbite fino a 50’, classificandole per efficacia in base all’esattezza e alle condizioni di dignità essenziale del pianeta con cui la stella si trova in congiunzione partile, cioè allo stesso grado di longitudine eclittica. [6]
Queste stelle sono nominate da Lilly in diversi contesti: assumono una certa importanza nel qualificare il “Significatore dei Modi”, cioè il pianeta che trovandosi all'ascendente, preferibilmente nello stesso segno, o in relazione (per dignità o aspetto) con l'ascendente, con la Luna e con Mercurio, rivela il “modo di fare” più evidente, le maniere del nativo. Sono inoltre considerate influenti sull’aspetto fisico, sulla bellezza o la deformità. Trovano impiego, poi, nella definizione delle prospettive di successo, eminenza ed onore del nativo, come nella previsione del tempo degli eventi mediante direzione primaria, così come delle cause e della modalità della morte, in particolare nel caso di morte violenta o innaturale, anche se il Nostro avverte saggiamente:
Avrei potuto riportare molti altri aforismi [sulla morte], ma siccome senza una seria comparazione con gli altri principali significatori del giudizio, le stelle fisse non operano, da sole e in sé stesse come gli Antichi vorrebbero e ci hanno tramandato, allora lascio il compito di proseguire allo studioso e al giudizio che risiede nel cuore di ogni praticante dell’Arte. [7]
Le stelle fisse come dignità/debilità accidentali
L’applicazione alla tecnica oraria è molto simile, seppure riduttiva. In questo caso le stelle fisse sono parte integrante dello schema di dignità e debilità accidentali utilizzato per valutare la forza relativa dei pianeti. Con questa funzione specifica, Lilly menziona soltanto tre stelle: Cor Leonis (Regolo), all’epoca a 24° del Leone, e Spica Virginis (18° Bilancia) tra gli astri favorevoli che conferiscono dignità; Caput Algol (20° Toro) tra quelle debilitanti. Per quest’ultima stella Lilly fa eccezione, considerandola meritevole di attenzione sebbene la sua luminosità sia scarsa e variabile e la sua elevata latitudine Nord (+ 22°) la ponga lontana dal corso del Sole e dei pianeti.
Ma negli esempi di domanda oraria cui è dedicato l’intero volume II, le stelle fisse che compaiono sono molte di più, praticamente le stesse che ritroveremo nel terzo volume dedicato alla genetlialogia, e con gli stessi significati. Coerentemente con quanto detto in precedenza riguardo all’influsso secondario di tali astri nelle carte effimere, inutilmente cercheremmo in tali esempi testimonianze inequivocabili dell’indispensabilità della loro funzione, che non si estende mai al punto da essere determinante nella soluzione del quesito proposto, che resta saldamente in mano agli astri erranti: ma la loro capacità di chiarire e illuminare singoli dettagli rimane impressionante, come nel caso della domanda sulle modalità di esecuzione della sentenza capitale comminata nel 1645 all’arcivescovo di Canterbury, realista e nemico del Parlamento, la cui decapitazione risulta evidente dalla presenza di stelle della natura di Marte e della Luna, insieme ad Algol, la testa recisa della Gorgone, in posizione cardinale nella carta. [8]
Tabella delle dignità e debilità accidentali dei pianeti
dalla 2a edizione (Londra 1649) di Christian Astrology, volume I.
Le "stelle nebulose" che offuscano la vista
Un discorso a parte meritano gli asterismi e gli ammassi stellari che assumono un ruolo fondamentale nel segnalare possibili problemi alla vista, in particolare quando congiunti per longitudine ai luminari. Se infatti luminosità e vicinanza all'eclittica sembrano essere criteri fondamentali di definizione, ci sono alcuni gruppi stellari che proprio sulla mancanza di brillantezza fondano il proprio significato. Solo chi ha vista perfetta può distinguerli nel cielo in una notte tersa e limpida. Gli altri dovranno usare la visione laterale periferica per percepirli.
William Lilly dedica a questo argomento il Cap. CXXVIII del suo trattato, dimostrando di seguire in modo preciso la tradizione consolidata, elencando le stesse “stelle nebulose” recensite da Tolomeo, dalla tradizione araba e dalla pratica medioevale: si tratta, tra le maggiori, dell’ammasso aperto M44 (Praesepe, la Greppia) nella costellazione del Cancro, delle Pleiadi nella spalla del Toro, della nebulosa M8 nella freccia del Sagittario, di M6 e M7 nel pungiglione dello Scorpione, della Chioma di Berenice e dell’urna dell’Acquario. [9] Ma qualunque confuso assembramento stellare, comprese le zone più dense della Via Lattea, può essere nocivo alla vista.
Questi asterismi hanno infatti in comune nebulosità, scarsa magnitudine luminosa, una certa difficoltà nella separazione visuale dei singoli componenti, se non in condizioni di ottima visibilità atmosferica e vista eccellente. Certamente per questa ragione sono stati associati costantemente e unanimemente a disturbi visivi di diversa entità e, per estensione, ai cosiddetti “gradi di azemena”[10], cioè i gradi che indicano infermità o difetto nell’astrologia medioevale – che ritroviamo con la stessa denominazione in Christian Astrology.
Corrisponde di solito a verità il fatto che ogni nativo che abbia i Luminari vicini o insieme a queste stelle, non muoia prima di soffrire di qualche difetto o ferita agli occhi; e il difetto sarà incurabile se il Luminare che ne dà testimonianza è angolare. [11]
L'ammasso del Praesepe.
Osserviamo, a questo proposito, il tema di un soggetto maschile che rientra nella categoria suddetta. Il nativo ha vinto, ancora adolescente, i Giochi della Gioventù di atletica leggera, il Campionato italiano juniores di velocità e si è qualificato per i relativi campionati europei, immediatamente prima di abbandonare le competizioni per motivi di salute. Sin da bambino ha avuto problemi di miopia ed è stato operato ad entrambi gli occhi per glaucoma, una patologia causata da eccesso di pressione oculare, che conduce alla cecità se non curata. Dirige tuttora la sezione italiana di una società sportiva internazionale.
La carta mostra tre congiunzioni partili di stelle fisse di maggiore importanza a pianeti o a cuspidi di case: Castor a Mercurio, Algol alla cuspide della sesta casa, la Greppia al Sole. Per rispettare fedelmente il metodo di Lilly, tutte le posizioni sono calcolate per longitudine sullo zodiaco, come proiezione della stella sull’eclittica.
Castor, α Geminorum (la stella nel capo del gemello precedente) è una stella bianco-azzurra di tipo A, multipla, di magnitudine apparente 1,6. Insieme a Pollux, β Geminorum, oggi più brillante di α, è una delle due stelle principali della costellazione che già i Babilonesi chiamavano "I Grandi Gemelli", raffigurati come due guerrieri in armi. Apollo ed Ercole per i Greci, Castore e Polluce per i Romani, i due giovani guerrieri sono anche valenti atleti: Castore, di natura planetaria affine a Mercurio, mostra tutte le tipiche qualità mercuriali: predilige la velocità, il movimento, le corse, é conosciuto come esperto domatore di celeri cavalli, oltre ad avere intelletto acuto e gusto della critica; Polluce (natura Marte), più forte ed aggressivo, predilige la lotta e il pugilato.
Avendo natura simile e compatibile, Castor accresce quindi i significati del pianeta Mercurio a cui si trova congiunta, mostrando, come riassume Joseph Crane, "successo nelle corse e un esuberante giovane atletismo"[12]. La necessaria rinuncia a tali successi per motivi di salute pare adombrata, invece, dalla proiezione della malefica stella Algol [13] sulla cuspide della 6a casa delle malattie.
Ma è il Sole, che in quanto luminare rappresenta la vista, a chiarire la natura del problema. Situato esattamente sulla Sorte di Malattia secondo Ermete [13], è congiunto all'ammasso aperto del Praesepe, denunciando una seria debolezza visiva congenita che si manifesterà in modo acuto nel momento del secondo passaggio di Saturno sul Luminare. Come scrive Tolomeo nel capitolo 13 del III Libro del Quadripartito, "la stella di Saturno lede gli occhi per cataratta, raffreddamento, glaucoma e simili".
L'ammasso aperto M44 Praesepe nella costellazione del Cancro, tra Asellus Australis
e Asellus Borealis. La linea rossa è l'eclittica.
Nel catalogo di Messier, il Presaepe ha il numero 44 e appare compreso tra le due stelle Asellus Australis e Asellus Borealis, nel cuore della costellazione del Cancro. La sua posizione in longitudine è attualmente 7°26 del Leone, a soli 1°33 dall'eclittica. Come la maggior parte delle nebulae citate da Tolomeo, ha natura di Marte e della Luna, e con loro condivide la pessima fama di apportatrice di turbolenza, oscurità e di affezioni oculari. La visibilità variabile in base alle condizioni dell'atmosfera ne ha da sempre decretato la validità come strumento previsionale delle variazioni meteorologiche. [15]
L'intervento chirurgico
La carta oraria relativa al primo intervento chirurgico oftalmico subito dal paziente, posta dalla moglie e riguardante in particolare la data di effettuazione dell'operazione, ci mostra altre congiunzioni interessanti. L’Ascendente è a 9°20 dei Gemelli, unito alla stella Aldebaran della costellazione del Toro. Una stella fissa all’Ascendente di una domanda oraria è come l’immagine di copertina di un romanzo. Per conoscere la storia bisogna leggerlo – cioè interpretare la carta! – ma già dalla copertina possiamo farci un’idea di che cosa tratterà. [16]
Aldebaran (dall’arabo al-dabaran "la stella che segue" le Pleiadi) rappresenta l’occhio australe del toro celeste. E la sua natura affine a Marte è adeguata a descrivere la carta di un'operazione chirurgica. Un'immagine quanto mai appropriata per la nostra storia!
Il marito è rappresentato dal governatore della settima casa in Sagittario, quindi Giove. E’ in trono, cioè in posizione di grande dignità essenziale, essendo contemporaneamente nel proprio segno, nella propria triplicità, nei propri termini. Questo è molto positivo: più forte è il paziente, meglio sopporterà l’intervento. La posizione in sesta casa radicale, considerata generalmente debilitante, è, in questo caso, semplicemente descrittiva della situazione. Stiamo parlando di un intervento chirurgico, e la casa della chirurgia è la sesta.
Il Sole congiunto ad Antares (altra stella di Marte) si sta allontanando da Giove, permettendogli di uscire dalla condizione di combustione in cui la luce del pianeta è nascosta, oscurata. La luce di Giove è, metaforicamente, la vista del paziente: bene, dunque, un miglioramento è previsto.
Da notare che tutti i significatori principali si trovano concentrati nella sesta casa delle malattie ed operazioni: medico (Mercurio, governatore della settima casa del paziente = prima radicale), operazione (Marte, governatore della sesta casa derivata = dodicesima radicale) e paziente (Giove).
Qualche perplessità potrebbe sorgere riguardo all’abilità e competenza del medico, o alle sue possibilità effettive di intervenire con efficacia. Mercurio è infatti peregrino, ma la congiunzione per longitudine con Zuben Eschamali (β Librae) di natura Giove e Mercurio secondo Tolomeo, Giove e Venere o Giove e Marte secondo altre fonti [17], fa ben sperare. Robson scrive che dona fortuna, grande ambizione, generosità e onori. Stade afferma che le stelle fisse di Giove e di Marte insieme al pianeta Mercurio fanno i medici insigni. [18]
Credo che tutto andrà per il meglio, in base alle possibilità oggettive e realistiche di guarigione. D’altra parte, l’operazione è la cosa giusta e migliore da farsi. Marte, che oltre ad essere governatore della sesta derivata è anche significatore naturale della chirurgia, è infatti in Scorpione, in dignità per segno e triplicità. Inoltre, la presenza della benefica e protettrice stella Spica (α Virginis) presso la cuspide della 6a casa correlata all’intervento, offre ulteriori garanzie. Dubito che Lilly avrebbe preso in considerazione anche questo dettaglio, ma si potrebbe notare che la Luna è in esatto parallelo (declinazione +5°13) con Procyon, la brillante del Cane Minore, stella che indica opportunità che vanno colte al volo, suggerendo l’idea di non tergiversare né rimandare un intervento che è divenuto urgente.
Mercurio sarà il primo a congiungersi a Marte a 2°45 del Sagittario (medico e operazione), poi Mercurio porterà la luce di Marte a Giove (il medico porterà l’operazione in contatto col paziente, per “traslazione di luce”) a 3°40. L’intervento avrà luogo quando Marte si congiungerà a Giove a 3°52 del Sagittario. [19]
NOTE
1] Guido Bonatti, Decem continens tractatus de astronomia (XIII sec.), Augsberg 1491, Libro V, 141° considerazione.
2] Confronta a questo proposito il saggio di Lucia Bellizia, Della virtù delle stelle inerranti, Genova 2008, su www.apotelesma.it e Giuseppe Bezza, Commento al primo libro della Tetrabiblos di Claudio Tolemeo, Milano 1990, pagg. 179-191.
3] William Lilly, Christian Astrology, London 1647, pag. 621.
4] Ivi, pag. 616.
5] Vedi la traduzione di Giuseppe Bezza: Anonimo dell’anno 379, Stelle lucide, passionali, nocive e soccorritrici, consultabile sul sito www.cieloeterra.it
6] Guido Bonatti, op.cit., Libro V, 9° considerazione.
7] William Lilly, op.cit, pag. 650.
8] William Lilly, op. cit., cap.LXXII, pagg. 419-420.
9] Confronta Claudio Tolomeo, Tetrabiblos, Libro III, cap.13. Ma anche Antioco, l’Anonimo del 379 che ne elenca otto (aggiungendo l’Occhio dell’Arciere e la Spina del Capricorno), Retorio e innumerevoli altri autori, tra cui Al-Biruni, L’arte dell’astrologia (a cura di Giuseppe Bezza), 1992, cap. 83 “Dei luoghi che significano un’offesa agli occhi”.
10] Il termine “azemena” deriva dall’arabo az-zamâna che indica un’infermità cronica o difficilmente guaribile. Tali gradi zodiacali, corrispondenti originariamente alle posizioni di asterismi o nebule nocive, sono considerati perniciosi per la salute e la vista in particolare, dalla quasi totalità degli autori tradizionali. A causa della precessione degli equinozi, tali gradi non corrispondono più alla reale posizione delle stelle che hanno dato origine alla definizione.
11] William Lilly, op. cit., cap. CXXVIII, pag. 581.
12] Joseph Crane, Astrological Roots: The Hellenistic Legacy, Bournemouth 2007, pag. 213.
13]β Persei, variabile ad eclisse di natura Giove e Saturno.
14] La "Sorte delle malattie e infermità e del tempo del loro sorgere secondo Ermete" è riportata nel trattato di Al-Biruni, op.cit., cap. 90, pag. 97 ed elencata tra le sorti della VI casa (I luogo Saturno, II luogo Marte, III luogo il grado levante).
15] Confronta Giuseppe Bezza, La Greppia, Schema 1, giugno 1986 per un'ampia descrizione del Praesepe.
16] Confronta John Frawley, The Horary Textbook, London 2005, pag. 113.
17] Vivian Robson, The Fixed Stars and Constellations in Astrology, Abingdon 2005 (1923), pag. 203.
18] Jean Stade, De fixis stellis Commentarius, traduzione di Lucia Bellizia, In quale modo dalle stelle fisse si traggano pronostici particolari, su www.apotelesma.it
19] Per i metodi di determinazione della data dell'evento e per una discussione completa di questa domanda oraria, vedi l'articolo di Patrizia Nava, Astrologia medica e datazione degli eventi, "Sestile" 160, 2007.