La velocità dei pianeti
La velocità apparente dei pianeti, cioè il numero di gradi che sembrano percorrere sullo sfondo del cielo in un dato periodo di tempo, non è affatto uniforme. Può essere maggiore o minore rispetto alla media, e persino annullarsi temporaneamente nel momento in cui il pianeta è "stazionario", cioè apparentemente fermo rispetto alle stelle fisse vicine.
Il moto dei pianeti può essere diretto (antiorario sulla carta del cielo), rallentare sempre più fino a divenire stazionario, prima di invertire la direzione divenendo retrogrado (moto orario sulla carta), poi, dopo un secondo periodo di stazione, ritornare diretto.
Queste diverse direzioni e diverse velocità, seppure apparenti in quanto determinate dalla prospettiva terrestre, hanno un valore interpretativo in astrologia. Come regola generale, più un pianeta è veloce rispetto al proprio moto medio giornaliero, più è in grado di agire con effetti evidenti. Un pianeta in moto diretto e veloce è nelle condizioni migliori per agire, mentre un pianeta stazionario è come bloccato nel proprio impeto, spesso impotente o inefficace.
Nel caso in cui si debba determinare la datazione di un evento segnalato da un aspetto tra due pianeti, poi, diventa indispensabile conoscerne le velocità relative. Innanzitutto, il pianeta più veloce dei due è quello che, invariabilmente, forma l'aspetto: se Luna e Saturno stanno per entrare in contatto con una congiunzione applicativa, ad esempio, sarà sempre la Luna, in quanto più veloce, a congiungersi a Saturno, mai viceversa.
Inoltre, se quella congiunzione segnala un evento databile, è probabile che tale evento accada in leggero anticipo rispetto a quanto previsto, quando il pianeta in applicazione, in questo caso la Luna, sia molto più veloce della propria media.
I dati presentati nella tabella sono riferiti a velocità medie giornaliere approssimative, così come sono descritte da W. Lilly ed utilizzate nella pratica astrologica tradizionale. I dati astronomici, in realtà, sono lievemente diversi per quanto riguarda i pianeti interni, Mercurio e Venere. Tali pianeti non si allontanano mai eccessivamente dal Sole, pertanto Lilly assume come velocità media quella stessa del luminare diurno. Ma Mercurio e Venere mostrano variazioni notevoli nel loro moto e raggiungono picchi di grande velocità. Di conseguenza il moto giornaliero medio reale di Venere è 1° 12' 30"; quello di Mercurio è 1° 23' 00".
Anche il Sole, in realtà, mostra variazioni nel proprio moto apparente, ma tanto lievi da risultare irrilevanti nella pratica dell'astrologia oraria.